Il potere dei ricordi.

Ho il telefono in mano circa 4 ore e mezza al giorno, almeno così dice il resoconto del tempo di utilizzo settimanale del mio dispositivo.

Alle foto ben riuscite metto un cuoricino, così sono più facili da ritrovare in quella caterva di immagini che accumulo nell’iconcina con il fiore arcobaleno. Le riguardo raramente, ma almeno quando la zia di-ggiù mi chiede qualche scatto dei suoi nipotini, non la faccio attendere.

E accumulo, accumulo, accumulo fino a quel fatidico giorno in cui il mio super telefono mi dice che non ha più spazio: è pieno. Non ce la fa più. Si rifiuta. Disagio. Paralisi. Preferirei comprare un nuovo telefono piuttosto che ipotizzare di archiviare con ordine su un hard disk tutte le benedette foto degli ultimi quattro anni. Il rischio è che potrei perdere tutto, compreso l’hard disk, oppure perdermi io dentro l’hard disk, o ancor peggio vedere le stagioni che passano mentre metto ordine a 25 GB di foto.

Per fortuna ci sono i social. Almeno lì so come ritrovarle.

Da quando ci sono i bimbi però mi faccio il problema di condividere le loro immagini ed evito.

Il telefono è un accumulatore di foto e video fantastico. Scatta, posta e dimentica. Questa è oggi la nostra educazione all’immagine. Inquadratura, filtri, tanti spunti, palette e ispirazioni. Non tutti i ricordi si meritano questo. Alcuni dovrebbero sopravvivere nel tempo e sfuggire a questa routine. Uscire dallo schema dell’autoscatto. Salvarsi. Diventare un ricordo Highlander. Quali e come sceglierli è un bel dilemma. Partirei da quelli che raccontano davvero chi siamo e cosa vogliamo, cosa costruiamo nella vita e come lo facciamo.

Un ricordo senza tempo ha voce, un profumo di autenticità, un ritmo, una narrazione, un punto di vista rubato. È verità, è un’emozione non prevista. Non è perfezione, non ha uno standard, è puro, essenzialmente nostro. Non ha bisogno di essere spiegato, viaggia nel tempo e parla la nostra lingua, quella della nostra famiglia.

Il ricordo è potentissimo e non ha una data di scadenza e come una porta dalla quale si passa dal presente al passato.

Oggi è importante ricordarsi di coglierlo fresco, con cura e metterlo al sicuro per riassaporarlo in futuro. Più tempo sarà passato, più saremo in grado di accorgerci delle sfumature della quotidianità, la cui bellezza oggi non è visibile ai nostri occhi.

Dedicare uno spazio ai nostri ricordi oggi e domani, significa guardarsi allo specchio e dare valore alla nostra identità familiare e all’amore.

Guardare per la prima volta una videoconserva è un’emozione incontenibile, a detta delle famiglie che l’hanno realizzata. Tuttavia, il gusto vero del frutto di questo progetto video lo scopriremo, insieme a voi, solo tra qualche generazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

close
type characters to search...